Tag: Opere su carta

OVO

Il ciclo di 51 opere su carta “Riflessioni ermetiche” fa parte del progetto “Opus Alchymicum”. “…può anche darsi che l’artista sia un alchimista ignorando di esserlo. Egli interroga la memoria del mondo archetipico senza accorgersene. I motivi del simbolismo alchemico emergono nell’opera indipendentemente dalla sua volontà (come credo sia frequentemente il caso della Timofeeva). Non è l’artista a dar vita al simbolo, al contrario, è l’artista a subire il simbolo che gli si impone. Jung conferma che “si possono dipingere quadri molto complicati senza avere la minima idea del loro vero significato” . Altrove, e per ciò che concerne direttamente gli archetipi alchemici, egli nota che “alcuni motivi archetipici frequenti in alchimia sono presenti nei sogni d’individui moderni che non hanno la minima conoscenza della letteratura alchemica” . (Arturo Schwarz)

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Metamorfosi della sirena


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Metamorfosi della sirena 1-6, 2017 cm.42,5×29,5 carta, caffè, china

La serie di opere su carta  “Metamorfosi della sirena” è stata esposta a Napoli in occasione della mostra “Opus Alchymicum” nel 2017 ed è un omaggio alla città partenopea. Si tratta di un  racconto della trasformazione iconografica in uno spazio temporaneo della sirena da donna-uccello a donna-pesce ed è un omaggio alla Parthenope. Nell’opera di Omero le sirene si lasciarono morire perché il rifiuto di Ulisse era per loro insopportabile: tra queste creature incantevoli e terribili c’era anche la Parthenope. Il mare trasportò il suo corpo sullo scoglio di Megaride dove oggi sorge Castel dell’Ovo

Da millenni in diverse culture del mondo l’immagine della Sirena – archetipo femminile primordiale probabilmente nato nell’immaginario maschile, alimenta le fantasie lusingando gli uomini sulla loro capacità di decifrare quel grande mistero che è l’universo femminile in tutta la sua complessità, in cui coesiste il mistero della maternità, il desiderio sessuale, la potenza dell’eros, la seduzione, la fierezza di essere donna. Le sirene incarnano la frustrazione del uomo per l’incapacità di entrare nella mente della donna e il terrore di essere soggiogati a causa dell’attrazione erotica esercitata dall’essere femminile.  Lo si può osservare nelle rappresentazioni medievali delle sirene, quando prima erano raffigurate come le arpie suscitando l’attrazione e repulsione,  poi si sono evoluti e le zampe da uccello sono diventate due code ma in un atteggiamento tentatore ed aggressivo – il loro canto è seduzione, sopraffazione e morte. La metamorfosi della sirena va a pari passo con l’evoluzione del uomo, con i cambiamenti culturali, religiosi e sociali. La fase successiva è una sirena più ingentilita con le cosce unite e le due code attorcigliate con grazia – rappresenta la seduzione, il rischio e l’avventura.  E poi finalmente la sirena come è rappresentata nei miti moderni – con una coda sola, ma sempre suadente che incarna voluttà e tormento, piacere e crudeltà il terrore di essere trascinati negli abissi del mare stretti in un abbraccio dolce e letale.

LA VIA DELL’AMBRA. RELOADING

Una mostra inaugurata i 22 ottobre 2020 e dopo una settimana rimasta in sospeso a causa del protrarsi dell'emergenza da Covid-19 fino al 3 febbraio 2021. Il Palazzo del Pegaso (Vetrina Expo Comuni) di Firenze ospita il progetto di due artiste di origine lettone - Lolita Timofeeva e Valentinaki - residenti in Italia ormai da diversi anni. Le due artiste hanno individuano nell’ambra il mezzo più efficace attraverso cui conservare un ricordo. L’una affronta la tematica dal punto di vista del retaggio identitario e dunque del passato, l’altra si interroga sulla delicata questione della salvaguardia dell’ambiente, manifestando così una certa apprensione per il nostro futuro. La Via dell’Ambra rappresenta dunque un anello di congiunzione tra passato e presente, tra vita privata e ricerca artistica, tra due mari opposti che Lolita Timofeeva e Valentinaki ricongiungono in uno. L’esposizione, patrocinata dal Consiglio regionale della Toscana e dall’Ambasciata della Lettonia in Italia, è a cura di Mattia Lapperier ed è organizzata dall’associazione Kengarags, in collaborazione con l’associazione lettone in Italia e Svizzera italiana ALISI. L’evento espositivo si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni di indipendenza della Repubblica di Lettonia e cade nel ventennale di gemellaggio tra Firenze e Riga.

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Riflessioni Ermetiche

Il ciclo di 51 opere su carta “Riflessioni ermetiche” fa parte del progetto “Opus Alchymicum”. “…può anche darsi che l’artista sia un alchimista ignorando di esserlo. Egli interroga la memoria del mondo archetipico senza accorgersene. I motivi del simbolismo alchemico emergono nell’opera indipendentemente dalla sua volontà (come credo sia frequentemente il caso della Timofeeva). Non è l’artista a dar vita al simbolo, al contrario, è l’artista a subire il simbolo che gli si impone. Jung conferma che “si possono dipingere quadri molto complicati senza avere la minima idea del loro vero significato” . Altrove, e per ciò che concerne direttamente gli archetipi alchemici, egli nota che “alcuni motivi archetipici frequenti in alchimia sono presenti nei sogni d’individui moderni che non hanno la minima conoscenza della letteratura alchemica” . (Arturo Schwarz)

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Dante attraverso i simboli

Questa serie di opere su carta, eseguite con una tecnica elaborata dall’artista con i pigmenti di caffè, è un’indagine per misurati con la Commedia di Dante. Non si tratta di illustrazioni della Commedia di Dante, ma di una sua interpretazione. L’artista ha elaborato i versi del sommo poeta e ha sintetizzato nei simboli loro essenza. Ha tradotto in forme plastiche le astrazioni dell'intelletto del poeta. Lolita non raffigura gli avvenimenti o gesti ma si basa sull’essenzialità dei concetti e sulla rappresentazione delle emozioni trasmesse dal poema, si sofferma sui particolari che l’hanno colpito maggiormente. La visività della Commedia, la capacità di pensare per immagini di Dante prendono vita nelle idee estetiche di queste opere.

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Meta

“Meta” è una mostra in cui vari moduli e linguaggi si affrontano. Nell’ambiente unico della galleria sono stati esposti i disegni su carta con le composizioni poetiche e un video proietta l’immagine di due bambini che giocano con una scala. È presente anche una vera scala che sta a simboleggiare una possibile ascensione verso un traguardo da raggiungere. In precedenza l’artista in varie occasioni aveva invitato i visitatori di diversi nazioni a completare la frase-titolo dell’opera “E quando raggiungerò il punto più alto…” Dopodiché la Timofeeva ha raggruppato i pensieri, li ha manipolati e completati per dare un senso complessivo, un pensiero sovra individuale. Il risultato è forse una riflessione universale sul percorso della nostra vita e sulla meta da raggiungere. La singolarità delle frasi diventa un poema collettivo.

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Pravda

L’oggetto di questa serie di opere è la mancanza di libertà di espressione e la manipolazione delle informazioni. La Pravda (in russo: Правда, lett. "Verità") è stato l'organo di stampa ufficiale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. Il titolo è stato oggetto dell'ironia popolare, affiancato ad un altro giornale, le Izvestija (Известия, in italiano Notizie) «Nella Verità non ci sono notizie e nelle Notizie non c'è verità».

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Lolita Timoteeva
info@lolitatimofeeva.it