La serie di opere su carta “Metamorfosi della sirena” è stata esposta a Napoli in occasione della mostra “Opus Alchymicum” nel 2017 ed è un omaggio alla città partenopea. Si tratta di un racconto della trasformazione iconografica in uno spazio temporaneo della sirena da donna-uccello a donna-pesce ed è un omaggio alla Parthenope. Nell’opera di Omero le sirene si lasciarono morire perché il rifiuto di Ulisse era per loro insopportabile: tra queste creature incantevoli e terribili c’era anche la Parthenope. Il mare trasportò il suo corpo sullo scoglio di Megaride dove oggi sorge Castel dell’Ovo.
Da millenni in diverse culture del mondo l’immagine della Sirena – archetipo femminile primordiale probabilmente nato nell’immaginario maschile, alimenta le fantasie lusingando gli uomini sulla loro capacità di decifrare quel grande mistero che è l’universo femminile in tutta la sua complessità, in cui coesiste il mistero della maternità, il desiderio sessuale, la potenza dell’eros, la seduzione, la fierezza di essere donna. Le sirene incarnano la frustrazione del uomo per l’incapacità di entrare nella mente della donna e il terrore di essere soggiogati a causa dell’attrazione erotica esercitata dall’essere femminile. Lo si può osservare nelle rappresentazioni medievali delle sirene, quando prima erano raffigurate come le arpie suscitando l’attrazione e repulsione, poi si sono evoluti e le zampe da uccello sono diventate due code ma in un atteggiamento tentatore ed aggressivo – il loro canto è seduzione, sopraffazione e morte. La metamorfosi della sirena va a pari passo con l’evoluzione del uomo, con i cambiamenti culturali, religiosi e sociali. La fase successiva è una sirena più ingentilita con le cosce unite e le due code attorcigliate con grazia – rappresenta la seduzione, il rischio e l’avventura. E poi finalmente la sirena come è rappresentata nei miti moderni – con una coda sola, ma sempre suadente che incarna voluttà e tormento, piacere e crudeltà il terrore di essere trascinati negli abissi del mare stretti in un abbraccio dolce e letale.