Il 18 gennaio 2013 nella Galleria B4 in Via Vinazzetti 4/b a Bologna è stata inaugurata mostra personale con la performance dell’artista lettone Lolita Timofeeva “METAMORFOSI” con una presentazione di Carlo Monaco.
Qual è il percorso artistico di Lolita Timofeeva e quale sbocco può avere la sua creatività? Questo periodo lo identifica come metamorfico, poiché la “Metamorfosi” implica una trasformazione radicale. Senza risalire ad Ovidio, e per usare una immagine poetica, dice Lolita, basta pensare all’acqua, che in un eterno ciclo modifica il proprio stato fisico: si fa ghiaccio, si scioglie, evapora, si trasforma in pioggia e da benefica può diventare distruttiva, talvolta cambiando la forma del paesaggio.
Ecco perché durante l’esposizione delle sue opere l’artista ha pensato anche di coinvolgere i visitatori, invitandoli ad esprimersi e rendendoli complici di un gioco creativo. In tal modo anche il pensiero compie un ciclo di “Metamorfosi” variando e alterando lo stato individuale e quello collettivo, attraverso uno stimolo iniziale rappresentato dalle opere in mostra.
Lo spettatore è stato perciò immerso in un’atmosfera ambigua ed ermetica creata con l’intenzione di far breccia nel suo inconscio. Un immaginario studio paleontologico della trasformazione del mondo. Messinscena delle mutazioni: una scenografia per esplorare la metamorfosi dell’uomo e per indagare fra gli archetipi più significativi dell’umanità.
La mostra, infatti, fa parte di un ampio progetto di Lolita Timofeeva che sta esplorando il tema dei modelli eterni e delle esperienze dell’inconscio che appartengono a tutti quanti noi.
La formazione accademica e la padronanza di mezzi classici di rappresentatività, come disegno e pittura, permettono all’artista di spaziare con disinvoltura anche nell’uso di altri mezzi espressivi non abituali, come scultura, installazione, performance e ora anche uso eccentrico della parola. Il percorso di Lolita Timofeeva è un esempio di trasgressione meditata, un’evoluzione consapevole, attraente e persuasiva.